
Fabbrica Orobia 2012
Il contenuto e la forma di questi racconti è inevitabilmente legato al supporto che Onorato sceglie per le sue opere: la carta.
L’artista la disegna, la incide e la ritaglia, lasciando che sia il vuoto ricavato da questo procedere a consentire l’emergere delle forme e della narrazione. Attinge dal quotidiano e dal sociale, sceglie i soggetti e le situazioni del nostro tempo, e li rende protagonisti prima di tutto della sua attenzione: Onorato disegna quasi forsennatamente le sue carte, riempie le superfici, fa agire i personaggi e pensa all’opera in maniera totale, saturando lo spazio di una frenesia che riesce a non perdere mai la propria chiarezza. Il suo caos infatti, non è mai disordinato, ma è anzi nitido e pulito: è il presente a costituire la traccia della sua indagine, e la linearità che caratterizza l’impianto formale dei suoi lavori altro non è che lo specchio di una lucidità cristallina, mai improvvisata, e attraversata da una precisione minuta anche nel più fitto all-over.
Elena Forin, Critica d’arte e curatrice











